ALS MCL esprime profonda solidarietà e vicinanza alla famiglia e alla comunità di Dalvir Singh, il bracciante indiano di etnia Sikh deceduto tragicamente mentre lavorava in un’azienda di silvicoltura a Borgo Piave, frazione di Latina. Questo drammatico evento, avvenuto il 16 agosto, si inserisce in un contesto già segnato dalla recente morte di un altro lavoratore indiano, Satman Singh, avvenuta appena due mesi fa nella stessa area.
I campi del territorio pontino continuano a essere teatro di sofferenze e perdite umane, con lavoratori costretti a operare in condizioni estremamente difficili, spesso esposti a rischi legati alla fatica e al caldo insopportabile. Dalvir Singh, 54 anni, era impegnato nel settore della silvicoltura, un lavoro essenziale ma spesso sottovalutato, che richiede grande impegno fisico e resistenza. Nonostante pare che il suo contratto di lavoro fosse regolare e in possesso del permesso di soggiorno, la sua morte solleva serie preoccupazioni riguardo alle condizioni di lavoro e al rispetto delle normative sulla sicurezza.
ALS MCL ritiene fondamentale che le autorità competenti portino avanti con rigore l’inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica di Latina per accertare le cause del decesso e verificare se siano state rispettate tutte le norme di sicurezza sul lavoro e i controlli sanitari obbligatori. Non possiamo permettere che il sacrificio di vite umane passi inosservato o, peggio ancora, che venga considerato inevitabile.
Questo tragico incidente deve essere un campanello d’allarme per tutti, affinché si rafforzino le tutele per i lavoratori, soprattutto per coloro che operano in settori particolarmente esposti a rischi. La sicurezza sul lavoro, il rispetto della dignità umana e il diritto a condizioni di lavoro salubri e sicure non sono optional, ma diritti fondamentali che devono essere garantiti a tutti i lavoratori, senza eccezioni.
ALS MCL si unisce al dolore della famiglia di Dalvir Singh e di tutta la comunità Sikh, esprimendo la propria solidarietà e l’impegno a lottare affinché tragedie come questa non si ripetano. È essenziale che il lavoro torni a essere sinonimo di dignità e sicurezza, non di pericolo e sfruttamento.