La ragazza invisibile, una vita passata nei laboratori tessili clandestini, lontana da scuole, ospedali e società

20 Gen 2025 | news

La sua esistenza è stata scoperta per caso dalla Polizia locale e dalla Guardia di Finanza, in un blitz per smantellare un laboratorio tessile illegale in provincia di Brescia. Una ragazza di origine cinese, ora maggiorenne, era fra le persone nascoste in uno scantinato, dove le forze dell’ordine hanno trovato brandine disposte in fila e tavoli da lavoro illuminati da lampade sempre accese. Fino a quel momento, per lo Stato italiano esisteva solo come un nome su un registro anagrafico.

L’unico atto formale che la riguarda, infatti, è la registrazione della sua nascita all’anagrafe di Rovigo, 18 anni fa. Da quel momento, il silenzio. Per 17 anni, quella bambina ha vissuto come un fantasma, lontana da scuole, ospedali, società. La sua è una storia che svela l’inquietante realtà della vita ai margini, condotta nell’ombra dei laboratori tessili clandestini.

Secondo quanto riportato dal quotidiano Bresciaoggi, la giovane ha sempre vissuto al seguito della madre. Dopo la separazione dal padre, che ha lasciato la famiglia con un altro figlio, la donna ha iniziato un peregrinare continuo tra Rovigo, Padova e Brescia. Ovunque trovasse lavoro, si stabiliva nei laboratori clandestini gestiti da connazionali, spesso situati in seminterrati o retrobotteghe.

In questi spazi angusti, la madre lavorava incessantemente, mentre la figlia cresceva in silenzio, senza mai frequentare una scuola, senza mai essere visitata da un medico. Una realtà surreale, eppure condivisa con altri lavoratori invisibili: uomini e donne che cucivano calze, abiti e tessuti in condizioni precarie, vivendo e dormendo nello stesso luogo.

Gli investigatori si sono trovati davanti a un sistema ben rodato in questi laboratori tessili: turni di lavoro massacranti, condizioni igieniche minime, assenza totale di tutele. E vite che sfuggono a ogni controllo, invisibili non solo agli occhi dello Stato, ma anche a quelli della società.

Il destino della ragazza invisibile è ora nelle mani delle autorità. La Questura sta valutando la possibilità di regolarizzare la sua posizione in Italia, ma non è escluso che il caso debba passare al Tribunale Amministrativo Regionale (Tar). Nel frattempo, la Procura della Repubblica di Brescia continua a indagare, cercando di ricostruire gli spostamenti della ragazza e le responsabilità di chi l’ha condotta a vivere in queste condizioni.

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